Care lettrici e cari lettori, da oggi parte un programma sul calcio che fu; un po’ come quando gli  archivi segreti che, dopo tanti anni ormai trascorsi, vengono aperti e aneddoti messi finalmente di dominio dei lettori.

E’ appena passata la serata trionfale del Ciuccio a Milano che molti scrivono: ma come…la grande Inter…sfracello del Campionato che subisce una ordinata e attenta partita del Napoli, che un lettore…ci ricorda l’Inter di Mourinho e del Triplete.

Come nacque l’Inter di quegli anni?

Il dopo Mancini cosa ha visto crescere e modificarsi per arrivare alla Champions di Madrid e all’Intercontinentale contro lo sconosciuto Mutombo (prima finale mondiale per un club africano ). Il nostro servizio segreto (che va oltre ai canali ufficiali dei media) ha scoperto notizie di grande interesse.

Primo, non sempre gli affari passano sulle pagine dei giornali ed in TV.

Secondo: non sempre sono gli operatori più noti a dar luogo a scambi e a contratti.

Terzo: il mondo del calcio mondiale agisce anche con regole strane.

Cosa abbiamo appreso?

Ricordate l’affare Ibra al Barca per Eto’o più 50 milioni di euro?

La trattativa è nata in modalità quasi assurde e nel pieno segreto del “confessionale”.

Abbiamo anche le prova: attraverso un nostro inviato siamo entrati in possesso di foto scattate durante una serata dell’Associazione Cuori Neroazzurri. Non un Inter Club, tant’è che ancora oggi all’Inter li definiscono “la galassia fuori dalla galassia”, ossia una associazione no profit che si occupa prevalentemente di cultura e di sport che sostiene Onlus.

Orbene in quella serata (vedete le foto) al Royal Garden di Assago, nel milanese, veniva premiata la squadra Barcellona per aver dato evidenza all’UNICEF (il Barcellona rinunciò ad uno sponsor milionario pur di portare il brand Unicef per il mondo).

L’Associazione Cuori Neroazzurri riconobbe al Barca un premio per la sua azione di solidarietà

L’ex presidente Juan La Porta invia a Milano il suo vice, don Manuel Estiarte (famosissimo campione della pallanuoto).

Il nostro confidente ci rivela che durante la serata, tra Stefano Vergani, il Presidente ACN personaggio notissimo in Italia e nel mondo anche per i suoi molteplici incarichi istituzionali ed imprenditoriali, e Don Manuel nasceva immediatamente una amicizia basata sul rispetto e sulle qualità tipiche dei Signori, seppur nemici in campo.

Come abitudine ACN, a fine serata, si fece una riffa con all’asta 2 maglie: una appartenuta al mitico Giacinto Facchetti e quella del centenario appartenuta a Zlatan Ibrahimovic.

Il portierone dell’Inter Francesco Toldo fece un’offerta per la maglia di Giacinto poiché come più volte ha affermato “se sono a Milano è perché mi ha voluto Giacinto. Un uomo di sport enorme per sensibilità e signorilità. Sono contento che Facchetti sia ricordato come merita e che tra il figlio Gianfelice e l’ACN ci sia questa alchimia speciale”.

Tocca alla maglia di Ibra e Don Manuel fece un’offerta per il Barca: “Ibra è un campione e possedere la sua maglia è un viatico importante”.

Mentre Don Manuel si faceva accompagnare al taxi da Vergani (con la maglia di Ibra) per raggiungere l’aeroporto di Linate inizia la trattativa…

Don Manuel

“Ma se volessimo anche il giocatore ?”

Vergani

“Don Manuel capisco il vostro interesse per Ibra…è logico…di mio, dico che in una squadra nessuno è incedibile di fronte a offerte adeguate…ma io non sono un dirigente dell’inter…deve chiederlo a loro, al caro amico Ernesto Paolillo (all’epoca Amministratore delegato e Direttore Generale )”.

Don Manuel

“Lei può fare qualcosa per noi? Le voci che si rincorrono creano turbative, situazioni a volte incresciose e questo va spesso a scapito degli interessi reciproci. Lei è conosciuto nel mondo come un manager etico, riservato, affidabile…faccia qualcosa per facilitare i contatti diretti con la società”.

L’unico che aveva capito che qualcosa bolliva in pentola era Xavier Jacobelli di Tuttusport che era stato premiato nella stessa serata. Pochi giorni dopo sulla Gazzetta dello Sport il titolone:  “Ibra al Barca. Eto’o e 50 milioni all’Inter”.

Era, così, nata la leggenda…la leggenda che completava una squadra per competere ai massimi livelli nel mondo.

Siamo riusciti a contattare Vergani, sempre in giro per il mondo, tra l’altro impegnato in questo momento in un progetto di rilancio per l’Italia. Siamo de Il Tabloid, giornale on line, potremmo farle qualche domanda?

Vergani (stupito dell’inaspettato contatto)

Volentieri, per Napoli c’è sempre un posto intimo nel mio cuore. Città con ancora tanti problemi, ma sempre straordinaria. Il cuore dei Napoletani poi…come si fa a non rimanere affasciati da Napoli?

Presidente Vergani, abbiamo saputo che dietro ai tanti successi dell’Inter c’è anche il suo zampino. I nostri informatori ci dicono che già col la gestione del presidente Pellegrini, lei era dietro le quinte dello scudetto dei record e della prima Coppa Uefa. Arriviamo, poi, ai 5 scudetti ed ai trionfi internazionali dell’era Moratti.

“In primis tengo a precisare che il mio amore per il calcio valica ogni limite di squadra…prima di tutto “lo spettacolo. Poi se vince l’Inter, sono ancora più contento”.

La sua presenza, anche dietro le quinte, è stata ripagata da successi che pochi hanno raggiunto

“Non esageriamo. Diciamo che in certe situazioni sono un facilitatore e sono aiutato dalla buona fortuna. La mia attività e la conoscenza internazionale però mi hanno aiutato nel confrontarmi con il management di grandi club”.

Come è nata la leggenda col Barca?

“E’ nata per caso, in una splendida serata dove i presenti alla cena, hanno contribuito a finanziare 2 progetti per Onlus che ACN segue da tempo. Forse l’aver fatto una cosa giusta, verso chi ha bisogno di aiuto ha portato a creare le premesse per una trattativa che poi hanno gestito con doverosa riservatezza le rispettive società del resto l’attenzione alla charity ed alla sostenibilità all’estero”.

Nell’Inter di oggi che rapporti ha?

“Nessuno…dall’arrivo della famiglia Zhang con la attuale dirigenza non ci sono contatti. Sono persone malfidenti e sospettose e , credo, non apprezzino confronti con chi ha avuto a che fare con chi li ha preceduti. Ma ci sta. Ognuno è libero di fare le proprie scelte. L’unica cosa che mi dispiace è che con loro non riusciamo più a condividere spazi sui temi legati alle Onlus…come se ci fosse un qualcosa in mezzo che impedisse a persone intelligenti di parlarsi e fare qualcosa insieme per il bene degli altri”.

Se nel calcio italiano fossero tutti così, questo sport potrebbe tornare ad essere uno strumento di rispetto e civilizzazione.