Ogni cosa ha una fine e da ogni esperienza si può imparare qualcosa. Ecco due massime che vengono in mente riguardando la giornata di domenica a Jerez de la Frontera, ultima del Campionato Mondiale Superbike 2013. Ogni cosa ha un termine e la fine di questo Mondiale lascia un po’ di nostalgia per tutto ciò che di buono ha portato, in generale, ma soprattutto per il Team Red Devils.
Dopo anni passati nei Campionati cadetti, anche con grandi soddisfazioni, quest’anno è il secondo in Superbike per il Team romano di Andrea Petricca e anche questo è stato segnato da un cambio di pilota in corsa.
L’inizio con Michel Fabrizio era stato subito scoppiettante con un bel podio in Australia, poi le strade della squadra e del pilota si sono consensualmente separate, ma con gratitudine per il lavoro svolto e i risultati ottenuti.
L’incontro con Toni Elias negli ultimi 4 round del Campionato ha rappresentato una nuova vita per il Team e un miglioramento costante in termini di tempi e risultati.
Toni si è adattato sempre più alla RSV4 e la squadra lo ha fatto sentire a suo agio da subito, portandolo nell’ultima giornata del Mondiale a due ottimi risultati: QUINTO in Gara1 e QUARTO in Gara2.
La mattina si è aperta con un Warm Up falsato dalla pioggia caduta abbondantemente durante la notte precedente e i tempi non sono dunque significativi.
Gara1 si apre con Toni in seconda fila sulla griglia. La partenza è buona, la gara lo vede per la prima metà al passo con i primi e poi, poco per volta, perdere qualche decimo a giro, forse per la scelta di una gomma non adatta alla giornata. Elias finisce dunque quinto, gran risultato comunque, soprattutto considerando che davanti c’era bagarre per conquistare il titolo mondiale tra Laverty, Sykes, Guintoli e Melandri, tutti in preda a una trance agonistica che li ha portati a una gara spettacolare.
In Gara2 Melandri non parte per un infortunio e Toni scatta non troppo bene ritrovandosi settimo. Ma dura poco l’attesa ed Elias si fa sotto fino al quarto posto che terrà fino alla fine della manche.
Davanti solo il Team Aprilia ufficiale e il Campione del Mondo Tom Sikes, dietro tutte le altre squadre ufficiali con nomi blasonati, decenni di storia e risorse infinite.
Ma la determinazione e la forza di volontà di tutto il Team hanno portato a questo.Primo Team privato e sesto posto assoluto, se si sommano i punti di entrambi i piloti che si sono succeduti alla guida della moto Red Devils, senza considerare che non c’è stato mai uno “zero tecnico”, cioè una gara terminata a causa di un problema tecnico.
Un anno straordinario, fatto di passione, di coraggio nei momenti bui, nei quali era addirittura balenata, fugace, la paura di non farcela a finire, di una moto straordinaria e di un cuore infinito di tutti quelli che hanno lavorato per arrivare a questo punto.
Jarno, Lollo, Marchino, Roga, Mimmo, il Giaguaro, il Conte e i due ingegneri Aprilia, Riccardo ed Enrico, ecco i nomi degli artefici del sogno, a cui si devono per forza aggiungere gli amici che hanno supportato il Team volontariamente.
I ragazzi dell’Hospitality di Giambo, tra le più belle del Circuito, hanno fatto da cornice unica alle gesta del Pilota, dimostrandosi sempre pronti a seguire tutte le necessità della squadra.
Gli sponsor che hanno creduto a questo progetto possono essere soddisfatti per i risultati ottenuti e orgogliosi di aver partecipato a questo sogno.
Aprilia, rappresentata da tutte le persone che ci lavorano, sia a casa che in pista che nei box, ha dato il propulsore alla volontà e alle capacità del Team Red Devils e il ringraziamento per tutti loro è sincero e costante.
E come detto all’inizio, da ogni esperienza si può ricavare qualche cosa di nuovo e di buono da portare con sé e questa fine di Mondiale ha rappresentato di sicuro una rinnovata voglia di restare nel Campionato delle derivate di serie, di usare tutto ciò che si è imparato per fare meglio.
Le capacità ci sono, la volontà pure, la passione è intatta.
E per finire con un altro detto: NON C’E’ DUE SENZA TRE………
Arrivederci al Mondiale 2014
Redazione
