Per fortuna che c’è Valentino Rossi altrimenti in questa torrida estate del 2012 non si saprebbe di cosa parlare nel circus della motoGP. Dopo le chiacchiere sull’annuncio, ormai passato in secondo, se non in terzo piano, del ritiro di Casey Stoner, arriva giusta giusta la notizia che tifosi e addetti ai lavori aspettavano da tanto, dopo due anni di separazione, consensuale all’epoca, pace è fatta tra Valentino Rossi e la Yamaha, con l’ufficiosità dell’annuncio (ndr l’ufficialità avverrà pare il 15 di agosto, stesso giorno in cui uscì il comunicato stampa di VR46 alla Ducati), con migliaia di tifosi in delirio per la notizia, i ducatisti perchè Rossi va via, e i Rossisti perchè….Rossi va via. Mai come questa volta una identica frase possa avere un significato tanto diverso.
Finisce quindi la diatriba tra i valentiniani e i ducatisti, dopo due anni passati a discutere su di chi fosse la colpa del fallimento con qualcuno che si è spinto fino alla congiura formulando tesi del miglior “scandalo politico internazionale”, senza pensare che se spesso e volentieri Rossi è finito dietro alle altre Ducati, comprese quelle clienti, allora qualcosa che non ha “funzionato” nel pilota ci deve essere stato, o che magari in Ducati tutta questa fiducia sul campione di Tavullia non c’era e che tante soluzioni tecniche da lui proposte non sono state prese in considerazione. La verità sta sempre nel mezzo e magari ad avere ragione è Casey Stoner, al momento l’unico a portare al titolo mondiale la rossa di Borgo Panigale, quando dice che “la Ducati è una moto che va guidata come dice lei….”.
Nella storia appena conclusa un’unica certezza, il matrimonio Rossi/Ducati non ha funzionato per incompatibilità tra i due, la colpa non è di nessuno.
Nel 2013 la nuova coppia Rossi/Yamaha, avrà sicuramente nuovi problemi, un nome su tutti Jorge Lorenzo, attualmente il pilota più forte e in forma del mondiale, un pilota completo, veloce, intelligente, che sa amministrare e andare forte, uno che non sbaglia una gara e se finisce a terra è perchè ce l’hanno buttato, un bel problema per Valentino che oltre a lavorare duro per ritrovare il giusto feeling con la moto giapponese dovrà tenere a bada il terribile spagnolo, e avendo il peso di dover dimostrare che è ancora il pilota di una volta, perchè il dubbio che l’infortunio del Mugello e la morte dell’amico Marco Simoncelli possano aver scalfito la pelle del campione riportandolo con i piedi ben saldati a terra e la consapevolezza che a 33 anni forse non vale più la pena rischiare la vita dopo aver vinto tutto.
Da parte sua Jorge potrebbe essere ancora più motivato avendo l’occasione di battere ad armi pari il pluri campione del mondo, dopo la conquista del titolo nel 2010, con il dottore fuori a causa del brutto infortunio rimediato al Mugello, decretandolo definitivamente nell’olimpo della motoGP per sempre.
A noi poveri mortali non ci rimane che aspettare l’inizio del nuovo campionato mondiale per vedere come andrà a finire la sfida del secolo, anche se qualcuno, in tutta questa grande bagarre mediatica si è dimenticato della nuova coppia tutta spagnola Marquez/Pedrosa, che male non sono e che potrebbero fare da ago della bilancia nell’attesissimo match.
In tutta questa storia l’unica cosa che ci dispiace è che tutta la motoGP è legata ad un solo personaggio, amato e odiato, e alle scelte che lui debba fare e alle decisioni che debba prendere, lasciando nel limbo del paddock e dei contratti in attesa di firma, tutti gli altri piloti, un nome su tutti Andrea Dovizioso che ricordo a tanti che forse lo hanno dimenticato che italiano anche lui.
Giovanni Soldato
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