Il salone della moto di Milano  quest’anno e’ sicuramente in tono minore. Il salone più importante d’Europa e uno dei maggiori  a livello mondiale ,  dove solitamente aziende come Honda , Suzuki , Yamaha , Ducati lanciano i loro nuovi prodotti , quest’anno patisce la crisi .
Circa la metà , rispetto agli anni scorsi, i padiglioni  occupati dalla manifestazione.
Senza ombra di dubbio pesa sulla manifestazione l’assenza dei due colossi Honda e Yamaha.
Detto questo il mercato delle due ruote non è messo poi così male , particolare vivacità l’ha dimostrata l’industria europea e in misura maggiore quella italiana.
Si , l’industria italiana conferma il suo ruolo di vertice quando si parla di design e tecnologia avanzata.
Reginetta del salone è sicuramente la nuova  F4 della MV Agusta   , bellissima , considerata da tutti come una vera opera d’arte, questa sportiva è stata evoluta nella meccanica e nella facilità di utilizzo senza sconvolgerne le linee eleganti ed essenziali che contraddistinguono il modello precedente.
Importante anche la presenza di  Ducati con la nuova  multistrada , cresciuta di cilindrata finno ai 1200 cc così come quella di  Aprilia  con la supersportiva RSV4.
Moto, quella della Aprilia, che nelle sapienti mani del pilota Max Biaggi si è distinta in modo particolare nel mondiale Superbike appena concluso, gettando scompiglio tra i concorrenti .
Anche Moto Guzzi ha portato delle novità , si tratta di “concept bike” e non di nuovi modelli destinati al mercato,  cosa sintomatica del fermento che bolle in pentola nonostante i periodi non certo floridi.
Concept bike anche per BMW oltre  al restyling dei  modelli  meno recenti.
Vediamo nel dettaglio le novitá più interessanti di  quest’anno.
APRILIA – ha scommesso tutto sul nuovo modello RSV4 , la moto non è una novità assoluta in quanto era stata giá presentata, ma dopo le affermazioni ottenute sui campi di gara del mondiale SuperBike appena concluso , l’attrazione che esercita questo modello è ancora forte.
Nella gara di apertura del mondiale la moto aveva seminato scompiglio tra i concorrenti sfoggiando prestazioni  e soluzioni tecniche di assoluto rilievo.
Nel corso della stagione ha mantenuto le promesse fatte al debutto, ottenendo ottimi piazzamenti nelle mani del pilota romano Max Biaggi che sono culminati con una vittoria di Manche .
Il DNA sportivo del mezzo balza subito all’occhio ,  sono infatti utilizzate soluzioni tecniche mutuate direttamente dalle motoGP  , con un approccio alle problematiche progettuali tipico di chi si le corse le fa per mestiere.
Insomma , ci sarebbe da scrivere un intero articolo solo sulle chicche tecnologiche  presenti su questa moto , la quale (insieme con i modelli prodotti da Ducati e MV Agusta) sancisce definitivamente la superiorità   dei prodotti italiani rispetto a quelli giapponesi.
Per dirla in altri termini le “giap” faranno pure grandi numeri in termini di produzione , ma la tecnologia e lo stile sono un affare  Made in Italy.
DUCATI – La casa di Borgo Panigale arriva all’EICMA con una novità assoluta la Multistrada 1200.
Modello dedicato al  GranTurismo  la nuova Multistrada vanta un motore cresciuto fino a 1200 cc , che a differenza della precedente versione è raffreddato a liquido.
In pratica l’unitá deriva da quella impiegata sulla supersportiva 1198 , adattata all’uso turistico abbassando la potenza massima dai quasi 170 a 150 cv  e migliorando il tiro ai bassi regimi .
A rendere più facile l’uso della moto aiuta un sistema di gestione elettronico che regola la potenza del motore  su tre livelli , selezionabili facilmente dai comandi posti sul manubrio.
KAWASAKI – E’ la sola casa nipponica che onora il salone di Milano con una prima assoluta , la nuova Z1000 una moto senza carenatura , esagerata nello stile e nelle prestazioni.
Dotata di un motore quattro cilindri  da 1050 cc ha una potenza di 138 cv e promette accelerazioni brucianti.
MV AGUSTA – presenta il suo nuovo gioiello, dopo dodici anni la F4 1000  viene rinnovata .
Rinnovata ma non stravolta, infatti la F4 rappresenta un raro esempio di longevità progettuale ; dopo tanti anni le scelte tecniche e il design sono ancora attuali e migliorare un prodotto quasi perfetto era un compito assai  arduo.  Il “maestro”  Tamburini , ideatore del vecchio modello, ha lasciato una eredità pesante. La F4 rappresenta un esempio di sintesi , eleganza ed equilibrio unici nel suo genere e il rischio di “fare peggio” deve essere stato l’incubo che ha perseguitato i designer della nuova F4.
Per fare un parallelismo con le quattro ruote, si potrebbe citare il modello 911 della Porsche .La casa di Stoccarda nell’arco di quasi 40 anni ha evoluto costantemente la propria vettura senza snaturare il concetto di base.
La stessa filosofia ha seguito la MV  mantenendo una continuità formale sia per  quanto riguarda l’aspetto estetico , sia per la meccanica.
A vederla non si distingue la vecchia dalla nuova , ma non una vite del nuovo modello è uguale a quella del vecchio.
Guardandola attentamente la nuova F4 all’anteriore spicca il nuovo cupolino dalle linee più tese, il faro con lampada bixeno e il parafango anteriore  rimodellato , sempre nell’ottica di una migliore penetrazione aerodinamica della moto.
Il serbatoio è stato ridisegnato per consentire un miglior inserimento del pilota, perdendo 4 litri di capienza.
Il codino è più snello ed è composto da due pezzi con sella e  serbatoio  più stretti tra le gambe del pilota. Anche il posteriore richiama la precedente MV F4 con il caratteristico scarico “a canne d’organo” ma con le “canne” squadrate . Il codino termina con il nuovo fanale a led.
Le carene più attillate della precdente presentano delle vistose prese d’aria, la strumentazione, decisamente più moderna e dal look racing, è composta da un grande display lcd che offre tutte le informazioni al pilota, compresa la “mappa” selezionata e cambia colore in funzione delle condizioni di luminosità.
Sotto le carene della F4 si cela la novità assoluta della sportiva varesina , il motore. Un compatto quattro cilindri in linea da 998 cc con valvole radiali, capace di erogare ben 186 CV a 12.900 giri e una coppia di 114 Nm a 9500 giri. I tecnici tengono a sottolineare come la curva di erogazione sia piatta fino all’intervento , a 13500 giri, del limitatore.
Come sulla nuova Brutale la F4 2010 avrà i doppi iniettori, i condotti di aspirazione a lunghezza variabile, l’immancabile frizione antisaltellamento e, come da tradizione per le supersportive di ultima generazione, il controllo di trazione regolabile su otto differenti livelli.
Il diametro dei corpi farfallati è da 49 mm,  la gestione elettronica è affidata alla centralina Magneti Marelli 7SM. l telaio, misto a traliccio in tubi di acciaio al cromo molibdeno abbinato a piastre laterali più estese, è stato completamente ridisegnato, è stata ridotta l’inclinazione del cannotto di sterzo, mentre il forcellone monobraccio ora è più lungo di 20 mm e al tempo stesso più leggero. L’interasse è salito a 1430 mm.
La forcella da 50 mm a steli rovesciati è completamente regolabile e adotta il sistema di sgancio rapido della ruota, il mono posteriore anch’esso pluriregolabile è vincolato ad un “puntone” per regolare l’altezza del retrotreno. I cerchi a stella che da sempre caratterizzano la F4 sono rimasti e calzano pneumatici Pirelli Supercorsa SP.
La nuova F4 è più leggera, pesa ben 10 kg in meno grazie ai risparmi di peso ottenuti con l’alleggerimento delle carene, del serbatoio, del fanale, del forcellone e dei cerchi. Ora il peso a secco si attesta su 192 kg.
Per vedere la nuova F4 dai concessionari bisognerà attendere i primi mesi del 2010, mentre il prezzo sarà come sempre elitario.

Stefano Di Carmine