19 volte Milan campione d’Italia!

1901, 1906, 1907, 1950/51, 1954/55, 1956/57, 1958/59, 1961/62, 1967/68, 1978/79, 1987/88, 1991/92, 1992/93, 1993/94, 1995/96, 1998/99, 2003/04, 2010/11 e 2021/22.

Il Milan vince a Reggio Emilia 3-0 contro il Sassuolo e fa suo lo scudetto.

Una vittoria frutto del carattere e della classe di giocatori che da squadra hanno dettato la loro legge.

Sulla carta altre squadre erano più attrezzate; averle battute regala più sapore alla vittoria.

Il Milan è la squadra più giovane a vincere lo scudetto nell’era dei 3 punti e oggi ha un monte ingaggi al di sotto delle favorite.

Il momento topico della stagione?

Non c’è un solo momento bensì più occasioni e svolte.

Partiamo dagli addii di Donnarumma e Calhanoglu. Il primo non finirò mai di ringraziarlo per aver avuto altre ambizioni rispetto al Milan. Ci ha, così, permesso di scoprire il magnifico talento di Maignan, il miglior portiere d’Italia nonché d’Europa. Così forte che proprio il PSG lo corteggia senza troppi giri di parole.

Il secondo merita di essere menzionato perché voleva vincere il tricolore con i cugini nerazzurri ma alla fine ha visto trionfare chi per anni lo ha atteso inutilmente. A proposito caro Hakan quanto è stata bella la doppietta di Giroud? Ad inizio anno il mancato rinnovo dei due appena menzionati è stato etichettato ironicamente da alcuni colleghi. Gli stessi colleghi che, però, di fronte ai non rinnovi di Perisic e Dybala parlano di strategia vincente. Carissimi, di vincenti, però, ho visto solo le scelte di Maldini & Co.. Il tricolore lo cuce il Milan sul proprio petto, non chi davate voi per favorite. Fino a pochi minuti fa per loro il Milan semplicemente non è esistito. Peccato (per loro) che il modello Milan non solo viene studiato dai migliori club d’Europa ma è l’unico che può portare ad un calcio sostenibile. I modelli che vedono pagare un giocatore 100 milioni lordi all’anno non solo non hanno portato a vincere nulla in Europa ma faranno implodere le squadre così gestite. A proposito: che regolarità c’è nel permettere l’iscrizione a squadre che hanno debiti 3 volte superiori ai propri fatturati o che non pagano gli stipendi?  Ah, vero: il calcio del popolo. Questa, però è un’altra storia.

Popolo rossonero in festa

A godere è il popolo rossonero che numeroso ha seguito e supportato ovunque i propri campioni. Tra i momenti da incorniciare per i milanisti ci sono le vittorie a Napoli, contro la Juventus ed in casa contro l’Atalanta. Ah, dimentico il successo contro quel tale che, per nascondere le proprie incapacità, scarica la colpa sempre agli arbitri. Ricordo come veniva etichettato Giroud ad inizio stagione; i suoi gol hanno fatto la differenza. Che dire, poi, di Kalulu? Insieme a Tomori ha formato un muro invalicabile per gli attacchi italiani. L’unica pecca è quella di non essere costato 75 milioni come De Ligt. Hernandez è una piacevole conferma: come lui in pochi in Europa. Capitolo “Padre Pioli”: la sua umiltà e la competenza hanno fatto la differenza. Infine due parole su Tonali. Quando su di lui c’erano la Juventus, l’Inter e il Napoli si parlava di talento cristallino. Purtroppo il primo anno alla scala del calcio non è stato positivo e subito è stato etichettato come bidone. Sandro, però, non si è scoraggiato e tra una diminuzione dell’ingaggio e tanto lavoro, ha zittito le bocche di chi lo criticavano. Ecco, questo è lo spirito del Milan: per vincere bisogna essere i migliori in campo non sulle pagine dei giornali. Uno spirito che tra tante gioie e dolori ha forgiato l’animo di milioni di tifosi rossoneri che come me oggi vedono i propri volti rigati dalle lacrime. Sono lacrime di gioia, lacrime che da troppi anni non assaporavamo più. Grazie ragazzi, grazie Milan!