Juan Torres e signora con Giorgio Culeddu (Presidente Proloco)

In tarda mattinata sono arrivati e atterrati all’aviosuperficie ben sedici equipaggi spagnoli a bordo di ultraleggeri denominati “autogiro” accolti dal presidente dell’ASVUS Massimo Filzi e dal presidente della Pro Loco Giorgio Culeddu, ai quali chiediamo come nasce questa forma di ospitalità.
“L’anno passato il signor Juan Torres era stato nostro ospite – ci dice il Presidente Filzi – proprio perché stava preparando l’annuale raid.
 In base al tipo di esigenze che aveva il gruppo, abbiamo concertato sia il rifornimento di carburante che l’ospitalità per la notte presso il nostro campo di volo. Nel pomeriggio andranno a visitare la città di Roma e per questo abbiamo anche provveduto a fornire al gruppo un servizio di pullman”.
Conosciamo il leader del gruppo, il signor Juan Torres e a lui poniamo qualche domanda.
Come nasce l’idea di questo tipo di avventura in Italia?
“La “giroaventura” nasce con due idee fondamentali: la prima per essere un punto di incontro per quei piloti che sono uniti dalla stessa passione per questo tipo di aeromobili e la seconda per continuare lo spirito di avventura che accompagna ogni edizione; la “giroaventura” non prevede inoltre limiti di spazio né di tempo”.
Quante edizioni precedenti ci sono già state?
“Abbiamo già visitato le zone più vicine alla Spagna, come la Francia, il Portogallo e il Marocco, scegliendo paesi mediterranei più affini alla nostra maniera di sentirci mediterranei. Quest’anno abbiamo deciso di effettuarla in Italia”.
Quali sono le tappe previste nel nostro paese?
“Siamo partiti il 19 dalla Spagna e abbiamo fatto la prima tappa a Francavilla, siamo passati per Firenze, Siena, dopo Anguillara saliremo a Loreto, San Marino , Venezia, Milano e rientreremo in Spagna lunedi 29 di giugno. L’autonomia di questi velivoli ci permette di coprire anche 400 chilometri, vento permettendo. In questo tipo di raid copriamo mediamente i 300 per ogni tappa”.

Che permessi avete dovuto ottenere per volare nel nostro paese?
“All’interno dell’Europa non abbiamo bisogno di chiedere nessun tipo di permesso. E’ sufficiente che rispettiamo le normative che regolano gli spazi aerei dei diversi paesi”.
Non sembra che l’autogiro disponga di molto spazio per i bagagli. Come avete risolto il problema?
“Siamo seguiti a terra da un minivan che trasporta i nostri bagagli oltre alle tende nelle quali dormiamo durante la notte. Soltanto a Venezia alloggeremo in un albergo, per il resto delle nostre tappe istalliamo un campo all’interno delle avio superfici che ci ospitano.
La maggio parte degli autogiro sono scoperti. Durante l’inverno non volate?
“Naturalmente si, è un po’ come andare in motocicletta, la tuta giusta e una giacca a vento sono le uniche cose di cui abbiamo bisogno per sentirci liberi”.
Siete tutti soci dello stesso club oppure occasionali amici di avventura?
“Quando decido un itinerario, lo comunico ai vari Club spagnoli all’interno dei quali di anno in anno facciamo proseliti. Il gruppo infatti cresce di anno in anno. Non apparteniamo quindi alla stessa zona geografica, io per esempio vengo da Ibiza, qualcuno viene da Madrid, qualcun altro dalla Cataluna. Tra di noi inoltre ci sono due piloti portoghesi e uno russo”.

Juan, ha già pensato al tour successivo?
“Sto lavorando ad un paio di ipotesi: sono combattuto tra il Senegal e la Russia. Entro la fine dell’anno comunque avrò deciso e preparato tutto l’itinerario”.
Può darci qualche breve spiegazione su questo tipo di aeromobile?
“L’autogiro, chiamato anche girocottero, nasce nel 1919 dal genio dell’ingegnere spagnolo Juan de la Cierva, che lo inventò dopo aver assistito alla caduta di un bombardiere trimotore da lui progettato, in seguito ad uno stallo.
L’idea alla base del suo progetto fu quindi quella di realizzare un velivolo che non potesse stallare mai. La soluzione trovata fu quella di adottare un’ala rotante, in pratica un rotore sempre in movimento indipendentemente dalla velocità del mezzo.
La spinta propulsiva viene data invece da un’elica montata posteriormente all’abitacolo del pilota.
L’autogiro consente decolli e atterraggi molto brevi, ed il pilotaggio è più semplice di quello dell’elicottero. Prima del decollo, il rotore viene solitamente messo in rotazione dal motore tramite una presa di forza, che viene poi staccata durante il decollo trasferendo piena potenza al propulsore.
Per l’atterraggio, è sufficiente diminuire la spinta propulsiva: la quota, trasformata in energia cinetica, mantiene il rotore in autorotazione e l’aeromobile atterra dolcemente, potendo scendere eventualmente anche quasi in verticale.
Questo tipo di aeromobile è una via di mezzo tra un aereo e un elicottero. Vola più veloce di quest’ultimo ma sicuramente meno del primo. Può atterrare in verticale, ma non decollare come un elicottero: tutt’al più, lanciando opportunamente il rotore, è possibile effettuare una salita ripidissima senza corsa di decollo, salita che comunque non può superare i 45 gradi di inclinazione”.
Ringraziamo per la pazienza Juan e l’ultima domanda, oltre ai complimenti per l’iniziativa, la rivolgiamo al Presidente Massimo Filzi.

Massimo Filzi (Presidente A.S.V.U.S) e juan Torres (Responsabile GIROAVENTURA)

Una campo di volo molto dinamico il vostro, qualche nuova iniziativa nel prossimo futuro dell’ASVUS?
“Si certo. Per il giorno 11 luglio abbiamo creato un’iniziativa finalizzata a far conoscere il volo ultraleggero a chiunque voglia provare questo tipo di emozione: “La 1^ giornata di Voli di ambientamento”. Dalle 10,00 alle 19,00 chiunque avrà prenotato potrà effettuare un volo al costo ridottissimo di 20 euro”.
Per informazioni
Touchandgo1999@hotmail.it –  tel 347 5734355

Gianluca Pennino

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