BRAD BINDER 9,5: C’è un proverbio che recita “Chi non risica non rosica” ed il sudafricano è stato bravo a risicare sotto la pioggia con le gomme slick ed al traguardo ha rosicato alla grande. Si è regalato, così, la seconda vittoria nella top class al termine di una gara rocambolesca e bella. Come recita quella famosa cavatina: “Bravo, bravissimo, bravo! Fortunatissimo per verità!”…

PECCO BAGNAIA 9: L’italiano ottiene la terza piazza d’onore ed il quarto podio stagionale. Concreto e veloce sull’asciutto, abile sul bagnato è, insieme a Binder, il primo inseguitore de El Diablo in classifica generale. Nelle interviste del dopo gara, però, si nota che il suo è un sorriso a metà. La vittoria, purtroppo, per il ducatista ufficiale continua ad essere una chimera. Quasi bravissimo!

JORGE MARTIN 8,5: Pole position e podio per il rookie del Pramac Racing; un bottino davvero succulento. Lo spagnolo se saprà confermarsi anche su tracciati non favorevoli alla sua desmosedici, significherà che siamo di fronte ad un qualcosa di più di una buona promessa. Bravo!

JOAN MIR 7,5: Il campione del mondo in carica non riesce a bissare la buona prestazione della prima gara sulla pista austriaca ma continua a rosicchiare punti al leader francese. 47 punti sono ancora un distacco importante ma il pilota di casa Suzuki ha nella costanza del rendimento il suo punto di forza e con 7 prove ancora da disputare, nulla è ancora deciso. Per me è lui l’unico in grado di impensierire seriamente Quartararo. Fuerza!

LUCA MARINI 8,5: In sella ad una Ducati d’annata, su asfalto bagnato e con gomme slick l’italiano coglie un ottimo risultato. Piazzamento, però, che è rimasto invisibile agli autori dei caroselli e delle urla di gioia che hanno acclamato il fratello più famoso ma alla bandiera a scacchi distante ben 3 secondi e 3 posizioni. Concreto!

IKER LECUONA 7: Nella tombola della gara esce, nella top ten, anche il suo numero. Fortunello!

FABIO QUARTARARO 6,5: Se si guarda alla sola gara, il francese non è stato all’altezza delle aspettative. Se, però, lo sguardo cade sulla lotta per il titolo, El Diablo compie un capolavoro poiché al termine di due gare su una pista tana del nemico desmodromico, addirittura allunga il proprio vantaggio sugli inseguitori. Complimenti!

VALENTINO ROSSI 6: Mister 9 volte, da vecchia volpe, gioca d’astuzia e rischia la carta del non rientro ai box. Una scelta che stava per premiarlo con il duecentesimo podio della carriera. Centra, così, un ottavo posto che, tutto sommato, è un buon risultato anche alla luce della partenza dalla diciottesima griglia. Non così buono, a mio avviso, da giustificare il giubilo di alcuni. Addirittura c’è chi ha parlato di impresa eroica in sella ad una moto ingovernabile. Entusiasmo che, però, non ha riguardato il fratello del Vale, partito diciassettesimo ma giunto quinto, anche lui con gomme slick. Dalle mie parti si dice “fare a chi figli e a chi figliastri!”…

MARC MARQUEZ 5: L’otto volte campione del mondo anche se è scivolato sotto la pioggia quando era al comando, per la prima volta dall’infortunio (al di là della parentesi tedesca del Sachsenring) è stato quasi quel pilota che ha stritolato la concorrenza. Staccate profondissime, velocità d’inserimento fulminea e guida di traverso erano magie che non vedevamo fare da lui da tempo, troppo tempo. E’ presto per dire se il re è ritornato, ma se fosse così ne guadagnerebbero sia lo spettacolo sia il peso dei successi degli avversari. La MotoGp, questa MotoGp, ha bisogno del vero Marquez. Forza!

KTM: Bagnata dalla fortuna.

DUCATI: In formissima.

SUZUKI: In forma.

YAMAHA: Efficace.

HONDA: Bagnata dalla sfortuna.

APRILIA: Sulla buona strada.

Fonte foto: pagina Facebook MotoGp
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