“Bisognerà far scorrere il tempo, è chiaro che uscire con una sconfitta ci dispiace, ma non possiamo modificare il passato: dobbiamo stare attenti a prepararci per il futuro”. Così Luciano Spalletti ha commentato l’eliminazione dalla Tim Cup dopo il match di ritorno dell’Olimpico contro la Lazio. I giallorossi hanno superato gli avversari per 3-2, vittoria inutile dopo i due gol incassati nel match di andata.

“Ora dobbiamo essere bravi a non disperdere energie dopo questa sconfitta. È chiaro che c’è un altro traguardo a cui guardare. Serve superare l’eliminazione da questa competizione en fare un lavoro altrettanto importante nelle restanti partite che ci mancano: guardiamo la posizione in classifica in campionato, che è straordinaria, di grande riguardo”.

“La Roma secondo me ha fatto abbastanza bene in generale, è chiaro che quando vieni dal risultato dell’andata sotto di due gol devi essere bravo, pronto e reattivo su quello che ti passa davanti. E noi prima di subire qualcosa l’abbiamo avuta e non siamo stati prontissimi. Poi la prima volta che sono venuti giù i nostri avversari hanno fatto gol, quindi è diventato tutto più difficile e ha vanificato la prestazione della squadra. In quei momenti si rischia di perdere la testa, di allungarsi troppo, di pressare maniera scriteriata, di lasciare degli spazi come nel secondo gol in cui è stato facile inserirsi per loro. Ma in genarle i miei ragazzi hanno mantenuto l’equilibrio e la concentrazione che serviva”.

Fa più male l’eliminazione o una stagione con grandi numeri che per ora non vi ha portato a successi?

“Bisogna prendere atto del verdetto del campo e fare delle analisi corrette, mettendo comunque nelle considerazioni del caso tutti gli elementi positivi sul lavoro fatto in questa stagione. Purtroppo ci sono tanti numeri e tante buone cose, ma abbiamo sbagliato nei due appuntamenti più importanti e siamo usciti per poco. In questa partita la differenza con gli avversari è di due gol, ma se guardo l’andata in cui abbiamo perso per 2-0 penso che non avevamo fatto tutto male. La partita di stasera è stata condizionata dall’andata e poi quando prendi gol chiaramente cambia la psicologia della partita: diventa più difficile. Ma tutto quel contorno del lavoro che è stato fatto finora rimane”.

Quel “se non vinco me ne vado” sembra che fosse per invogliare la squadra: si sente di confermarlo?

“Il mio destino è solo in mano a me. I ragionamenti con i miei calciatori sono frutto di un lungo periodo passato insieme. Quando diciamo che dobbiamo vincere perché siamo forti, bisogna anche prendersi delle responsabilità se non si vince. Quando siamo partiti la scorsa stagione eravamo a dodici punti dal Napoli, a sette punti dall’Inter a cinque dalla Fiorentina: quest’anno stiamo insieme al Napoli lì a cercare di colmare questa distanza con la Juventus: è segno che complessivamente questo lavoro è stato fatto. Ora bisognerà essere bravi a non disperdere energie dopo questa sconfitta. Per quanto riguarda il mio futuro non è il momento di parlarne, il mio futuro è legato la fatto di arrivare più in alto possibile”.

Lei ha riportato calore ed entusiasmo nei tifosi della Roma durante il suo doppio ciclo qui: non lo sente comunque come un successo?

“Io devo creare l’attenzione massima per la mentalità che abbiamo creato. Ci si prende le responsabilità importanti per quanto detto. Io ci sto a dire che siamo fortissimi e in questo ho reso partecipi i giocatori, pensiamo tutti allo stesso modo e cioè che la Roma è forte e deve vincere. Ma se non si vince, se non si passa il turno contro il Lione, se stasera non abbiamo avuto la personalità e l’attenzione per certi episodi, io mi chiedo: come mai ci è successo? L’allenatore ci avrà messo del suo e bisogna che si prenda delle responsabilità”.