MARC MARQUEZ 10: Lo spagnolo della Honda vince nella tana della Ducati e a casa di Rossi. Soprattutto vince su una pista destrosa che, da quando è costretto a convivere con una spalla ancora non in forma, per lui sono come la kryptonite per Superman. Partito dalla settima griglia, nelle prime fasi ha subito cercato di non perdere i frecciarossa desmodromici ufficiali. Molto a suo agio nei tratti guidati, in percorrenza la sua Honda aveva una scorrevolezza tale da sembrare quello che era lo specialista del genere ossia il Lorenzo in sella alla M1. Prima Miller poi Bagnaia, però, finiscono per ghiaia e, così, ne approfitta per tagliare in solitario il traguardo. Nel dopo gara non solo è onesto nell’ammettere che Bagnaia ne aveva più ma è anche un grande sportivo nel dire che quello della gara non era il giorno suo e della Honda ma quello di Quartararo e di Mister 9 volte. Del primo ha elogiato la stagione fantastica, del secondo ha omaggiato la carriera leggendaria; per la serie campioni si nasce e Marc lo nacque. Occhio a darlo per finito: in un anno di transizione solo Quartararo ha vinto più di lui. Vamos!

POL ESPARGARO 9: Il teammate del vincitore sale sulla piazza d’onore e, così, la Honda centra una bella doppietta sul circuito intitolato al Sic (a proposito: neanche un mese fa sono stato al suo museo e mi sono reso conto che a distanza di 10 anni da quel brutto giorno, l’affetto e l’amore del suo popolo è uguale se non più forte di prima). Lo premia il non aver commesso sbavature. Bravo!

ENEA BASTIANINI 9,5: Male in qualifica, eccitante in gara. L’asso di Rimini, sorpasso dopo sorpasso, agguanta un podio eccezionale non solo perché guida una Ducati d’annata soprattutto perché scalza dal podio il neo campione del mondo. Fossi negli uomini della Ducati, l’anno prossimo punterei forte su di lui. Applausi!

FABIO QUARTARARO 8: Stranamente non a suo agio in qualifica, il francese in gara usa la testa e per poco non sale sul podio. Il poco ha le sembianze di Bastianini ma è un poco irrilevante perché a Misano Fabio diventa il primo francese campione del mondo nella top class. Il top rider della Yamaha ha meritato alla grande il titolo perché, non me ne vogliano gli altri, è stato semplicemente il più bravo e veloce in quasi tutte le occasioni. Il quasi, a mio avviso, è legato più ad aspetti tecnici che di polso. Insomma quest’anno è stato un Diablo in versione cannibale. Le lacrime, poi, versate durante un’intervista mentre c’erano i genitori a fargli i complimenti, le ho trovate un inno alla bellezza del motociclismo. Come ha detto Marquez lui è forte ed è giovane ed i giovani, anno dopo anno, tendono a migliorare quindi ad essere più veloci. Il nuovo punto di riferimento (per me, dopo la caduta di Marquez dell’anno scorso, già lo era, nonostante il titolo andato a Mir) della MotoGp è lui. Un punto destinato a brillare per tanti anni. Chapeau!

MAVERICK VINALES 6,5: Dopo la drammatica pausa, lo spagnolo è ritornato in sella all’Aprilia e la sua è stata una gara tutto sommato buona. Certo è arrivato, seppur di soli 2 decimi, indietro al compagno di squadra ma i crono registrati lasciano ben sperare per il futuro. Spero molto nel connubio Aprilia-Maverick perché vedere un’altra casa italiana giocarsi la vittoria, sarebbe una cosa buona e giusta. Forza!

VALENTINO ROSSI 6: L’ultimo fine settimana davanti al suo pubblico e tra i cordoli amici si è trasformato in una parata alla carriera. Chiude decimo ma non conta; contano l’affetto di chi lo ha amato e sostenuto nel corso della sua lunga carriera. Vedere un pilota rimanere sul primo gradino nel cuore di milioni di tifosi, nonostante il successo vero manchi da anni, è la dimostrazione che l’amore nel motociclismo travalica il mero risultato sportivo. Una cosa che solo ai grandi accade…

PECCO BAGNAIA 4: Quarta pole di seguito, pista di casa, passo inavvicinabile ma…L’italiano ha quasi tutto in regola per essere stabilmente in lotta per la vittoria. Gli manca ancora, però, un elemento. E’ quello che fa la differenza tra un buon pilota ed il campione: la costanza. Se la trova…

AGOSTINI E GRESINI: I giri d’onore fatti da Giacomo Agostini e Luca Gresini li ho trovati meravigliosi, versi di una poesia che ognuno di noi conosce a memoria.

HONDA: In rilancio.

YAMAHA: La moto del campione.

DUCATI: In ghiaia le ufficiali, sul podio la vecchia; qualche interrogativo andrebbe fatto.

SUZUKI: Anonima.

APRILIA: Benino.

KTM: Maluccio.

Fonte foto: pagina Facebook MotoGp.
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