Marc Marquez, non pago dell’ubriacatura mondiale, vince anche nella terra dei canguri. Per il fuoriclasse della Honda sono 11 i successi stagionali di cui ben 5 di fila.

Quasi invincibile

Nessuno, ad oggi, sembra in grado di scalfire la sua corazza; nessuno, ad oggi, sembra in grado di far vincere la Honda.

La cronaca della gara dice che Maverick Vinales è stato per quasi tutte le tornate al comando, fino a quando Marquez non ha deciso di andarsene. Questa volta il campione del mondo in carica è stato agevolato dal motore della sua Honda, più performante di quello della Yamaha, ma è sbagliato ridurre ai meri cavalli l’elemento che ha fatto la differenza tra i 2 spagnoli in Australia.

Polso e testa

Premesso che la Yamaha è, forse, la moto più equilibrata del lotto, con una ciclistica davvero invidiabile, la differenza tra Marc e Maverick l’hanno fatta, anche in questo caso, il polso e la testa.

Marquez ha cotto a fuoco lento l’avversario, lo ha illuso e, con una facilità disarmante, lo ha costretto all’errore. Vantaggio Honda? Chiedete a Jorge Lorenzo…

Supera, così, il record di affermazioni di Mick Doohan a soli 26 anni.

Numeri da urlo

Numeri da capogiro che ne fanno, per pochi avversari e certi giornalisti/servi nostrani, una fastidiosa insidia; non si capacitano della sua superiorità e ne sparano anche di grosse pur di screditarlo.

Purtroppo per loro, però, i fatti sono così chiari che non c’è biscotto o supremazia Honda che tenga.

Il tifo becero nazionalista

Marquez è spagnolo, quindi?

Ah, certo il tifo “nazionalista, quello che all’epoca stoneriana ignoravano che la Ducati è di Borgo Panigale, che per comprendere che il Dovi non fosse un cioccolato svizzero ha dovuto aspettare che diventasse un avversario di Marquez, quello che non sa che in Italia ci sono altre regioni oltre alle Marche ed all’Emilia Romagna e che se nasci a Roma come Max Biaggi, sei nato nella capitale (quest’ultimo aspetto, per i giornalisti/servi poc’anzi richiamati, era addirittura un’aggravante).

Il motociclismo, non mi stancherò mai di dirlo, non conosce marchi e nazionalità che dividono; è una passione che unisce nelle diversità.

Marquez è semplicemente il miglior interprete attuale della MotoGp; chapeau!