CAL CRUTCHLOW 9,5: L’inglese, su una moto privata, sale per la seconda volta sul gradino più alto del podio. Nelle fasi iniziali è il primo degli umani inseguitori del marziano Marquez, nelle fasi finali è la lepre che rovina i sogni di successo del Vale. Cal ha lo stesso numero di vittorie di chi, a detta degli esperti illuminati cantastorie vassalli bacchettatori, è il miglior se stesso di sempre. Ci sono, però, dei piccoli particolari che rendono l’impresa di Crutchlow ancora più prestigiosa: una moto non ufficiale che neanche nella versione ufficiale è sempre all’altezza della Yamaha.
VALENTINO ROSSI 9: La regola del Vale, negli ultimi anni, dice che se le cose in qualifica non vanno bene è colpa degli pneumatici, del team o della moto. In gara, poi, la regola del Vale dice che è possibile rimontare decine di posizioni anche con una scelta tirata dal cilindro un istante prima dello schierarsi in griglia. Le sue quasi rimonte, narrate con enfasi gaudiosa, sono diventate quasi epiche e così è stato anche in Australia, dove ad attenderlo al traguardo c’era la piazza d’onore. Ora mi domando e chiedo, se la moto è una ciofeca, come mai riesce a recuperare ben 14 posizioni? Ah, lui c’è, la Yamaha di meno….C’è chi lo giudica con l’occhio sportivo e chi con l’occhio del marketing. Ottimo ed abbondante!
MAVERICK VINALES 8,5: E’ autore anche lui di una remuntada, ma visto che sulla sua tuta il giallo non è abbondante, non merita un grosso risalto. Eppure l’alfiere della Suzuki ha espresso nelle fasi finali una guida aggressiva e spettacolare, molto bella da vedere. Il podio inizia ad essere il suo habitat nel dopo gara e questo per ora va bene agli illuminati bacchettatori….per ora, ma se….Del domani non vi è certezza, per il momento bravo!
ANDREA DOVIZIOSO 7,5: Su una pista che non digerisce, l’italiano porta l’italiana a meno di 10 secondi dal vincitore. Il super motore desmodromico non ha fatto la differenza ed Andrea nei cambi di direzione più volte ha subito l’azione degli avversari. Un risultato che, a mio avviso, è dolce a metà!
JORGE LORENZO 5: Mai protagonista nelle posizioni di vertice, il maiorchino prende una pesante paga dal compagno di squadra. L’involuzione di questo pilota è sorprendente perché è passato da un inizio di stagione arrembante ad un finale mediocre. Vabbè cè stata una firma con la Ducati, ma non credo che questo abbia inciso sul suo polso…..ho scritto polso….ho scritto solo polso……Il 2017 bussa alle porte, pazienza!
MARC MARQUEZ 4: Il neo campione del mondo era nell’iperspazio quando il primo errore dell’anno lo riporta sulla ghiaia. Neanche il tempo di rialzarsi che subito qualcuno ha ipotizzato che se fosse caduto prima, se qua, se lì, se bim bum bam, se 3 per 3 fa sempre 9 più 1 dovrebbe fare 10, no? Ed invece…mannaggia mannaggia…..Il primo 0 in classifica viene etichettato come una gravissima somarata. Per me è solo un neo che non toglie fascino all’impresa di aver vinto il titolo su una moto che non è la migliore. Anzi, vi dirò: così è ancora più bello!
HONDA: Passi da gigante…
YAMAHA: Passi da gambero…
SUZUKI: Passi avanti…..
DUCATI: Passi indietro….
APRILIA: Può passare….
ITALIANI-SPAGNOLI: Fanno ridere quei tipi che accusano di poca sportività chi non tifa italiano. Prima di dire la mia, vediamo chi sono gli italiani per costoro: Valentino, Rossi, Valentino Rossi, Rossi Valentino, Vale….Il Dovi? Svizzero! La Ducati? Una moto di merda tedesca. Iannone? E’ abruzzese. Petrucci? Chi??? L’Aprilia? Che belli i tempi dell’AF1…..Per me nel motociclismo il tifo non conosce nazionalità ed anzi è proprio il fenomeno Valentino, visto il seguito mondiale che ha, ad insegnare ciò. Nel motociclismo la passione è così forte che non esistono bandiere ma solo corazze eroiche di chi sfida il cronometro mentre danza tra i cordoli di un circuito in sella ad un destriero metallico. Certo può far piacere che a vincere sia una pilota o una casa italiana così come può far perdere la voce se a vincere sia una casa italiana capitanata da un australiano. Il mio essere italiano non abbisogna di cappellini o t-shirt per essere manifestato o ripagato. Il motociclismo è una passione universale che unisce e non divide. Non c’è cosa più bella nello stare insieme nonostante le diversità.
