MARC MARQUEZ10: Anche su una pista non preferita, l’8 volte campione del mondo vince sia la Sprint Race sia la gara. La sua capacità di vincere nonostante gli infortuni e di continuare ad allungare in classifica generale lo rende il protagonista indiscusso. E’ semplicemente il migliore, punto. Fenomeno!
MARCO BEZZECCHI 8,5: Sempre più una certezza perché lui e la sua Aprilia stanno diventando abituali sul podio, segno di una crescita costante e di un’ottima sintonia. Una presenza fissa tra i migliori, che promette bene per il futuro. Forza!
PECCO BAGNAIA 5: Le premesse, anche questa volta, erano diverse. Purtroppo per lui i risultati non sono stati diversi da quelli precedenti. Continua a lamentarsi della moto che, però, dimentica che è stata sviluppata da lui. Rimandato!
DUCATI: Meno male che Marquez c’è!
APRILIA: Quasi perfetta.
KTM: Perfettina.
YAMAHA-HONDA: Perfettibili, molto perfettibili…
L’etichetta di “cagnolino” attribuita ad Alex Márquez in un commento sulla gara di MotoGP solleva un punto interessante e, a mio avviso, problematico. Se da un lato l’agonismo e le rivalità fanno parte del motociclismo, l’uso di termini così sminuenti, specialmente da parte di un commentatore, rischia di andare oltre il semplice giudizio sportivo. Questo tipo di epiteti, oltre a essere poco professionali, contribuiscono a un clima di mancanza di rispetto. I piloti di MotoGP mettono in gioco la loro integrità fisica e meritano un’analisi critica basata sulle loro prestazioni in pista, non denigrazioni personali. Sarebbe più costruttivo concentrarsi sulle dinamiche tecniche o tattiche che portano a certi esiti, piuttosto che ricorrere a un linguaggio che riduce il valore di un atleta. Vergogna!