Fiorentina e Napoli si congedano dal 2016 con un pirotecnico 3-3, regalando ai tifosi  una gara vibrante e ricchissima di emozioni fino all’ultimo secondo. Al “Franchi” si è consumata la classica partita che lascia un pizzico di amaro in bocca ad entrambi i contendenti : il Napoli, a lungo e per  due volte in vantaggio,  non ha saputo mettere il risultato in sicurezza e gestire la partita con  maturità , anzi,  evidenziando proprio quei difetti di mentalità  cui da tempo Sarri  cerca di porre rimedio ed evidenzia come il limite maggiore di questa squadra;  la Fiorentina, invece, carica a mille e pugnace come non mai,  ha lottato dal primo all’ultimo minuto inseguendo il grande risultato e , dopo aver riagganciato per due volte la squadra napoletana e  passata in vantaggio all’82’ con Zarate, aveva anche cullato il sogno della clamorosa  vittoria ahimè infranto dal rigore vincente di Gabbiadini  , che metteva il risultato,  definitivamente, in parità nel quarto minuto di extra time. Quando una gara finisce con un risultato così ricco di marcature è normale che,  insieme alle prodezze messe in mostra dai campioni, si accompagnino errori . Gara spettacolare, si diceva, condita da prodezze ma  anche svarioni difensivi che hanno contribuito ad agevolare un risultato così ricco di goal; il Napoli ha messo in vetrina, anche stavolta, i  pezzi più pregiati della sua gioielleria: Insigne e Mertens. Lo scugnizzo di Frattamaggiore, inventandosi una rete che tutti i calciatori sognano di realizzare, ha infilato un pallone sotto l’incrocio dei pali con un tiro di rara bellezza da “Sindrome di Stendhal”, che ha fatto letteralmente venir giù il Franchi; il folletto belga, invece, ha fatto impazzire la retroguardia toscana, con le solite accelerazioni e dribbling mettendo a segno l’ottava rete nelle ultime tre gare di campionato. La Fiorentina,  ha risposto alla maggior classe dei napoletani con grinta e caparbietà  mettendo in mostra una coppia di giovani attaccanti, Bernardeschi e Chiesa, sui quali,  sicuramente , si parlerà a lungo; Bernardeschi si è segnalato non solo per aver messo a segno una doppietta e l’assist al bacio per la terza rete di Zarate ma,  soprattutto,  per la personalità espressa in campo: il primo a suonare la carica ogni volta che la propria  squadra si è trovata in svantaggio e l’ultimo ad arrendersi di fronte ai napoletani che, schiumanti di rabbia, hanno letteralmente assalito la difesa viola alla ricerca del pareggio finale. Il figlio d’arte Chiesa,  ha sfoderato, invece, una prestazione maiuscola da vero campioncino, facendo letteralmente impazzire un difensore esperto come Ghoulam  e mettendo in crisi, ripetutamente, la retroguardia partenopea, se son rose fioriranno! Unica nota stonata della serata la performance di Tagliavento: la giacchetta nera, non solo di colore ma anche di fatto, si è reso subito protagonista, non richiesto, infliggendo due ammonizioni ad Albiol e Kalinic dopo appena tre minuti di gioco per poi proseguire soprassedendo ad un leggero fuorigioco di Insigne nell’azione del primo goal,  ha consentito per tutto l’incontro un gioco un pò troppo maschio dei giocatori viola, evitato di sanzionare con il cartellino rosso una plateale simulazione di Kalinic preferendo sbattere in faccia quello giallo a Reina, colpevole di chiedere con troppa veemenza l’espulsione dell’attaccante avversario e , dulcis in fundo,  concede, giustamente,  il penalty del 3-3 all ‘ultimo secondo della partita riscattando, parzialmente, una direzione obiettivamente insufficiente .