ANDREA GRANDECUOREDOVI 10: Festeggia il divorzio dalla Ducati con una vittoria che lo consacra come re d’Austria. Alle parole ha risposto con i fatti. Un successo che lo rilancia nella corsa al titolo e che ha il merito di far suonare l’inno di Mameli nella top class. Standing ovation!
JOAN MIR 9: Lo spagnolo sfrutta alla grande una moto davvero gagliarda e con intelligenza centra la piazza d’onore. La sua è una prestazione davvero maiuscola. Complimenti!
JACK MILLER 8: Ha lottato come un mastino ed ha strappato l’ultimo gradino del podio con le unghie, nonostante le gomme della sua Ducati fossero alla frutta. Bravo!
BRAD BINDER 7,5: Il sudafricano è intelligente nel non commettere errori e risale la china fino ai piedi del podio. Un piazzamento che conferma la crescita sia sua sia della moto. Consistente!
VALENTINO ROSSI 9: Questo fine settimana austriaco sarà per Rossi il suo secondo compleanno perché l’italiano, insieme a Vinales, è stato miracolato. La mano di Dio non ha voluto che la moto di Morbidelli lo centrasse; l’espressione al rientro al box è emblematica. Confesso che se fossi stato al posto suo, a 41 anni, dopo 9 titoli mondiali, nel pieno di una notorietà che mi ha trasformato in una leggenda conosciuta in tutto il globo, dopo questo episodio avrei preso il primo aereo per Ibiza e mi sarei goduto la grazia ricevuta e l’estate. Lui, invece, ha dimostrato di avere pelo sullo stomaco e due attributi giganti. Credo che in lui la passione e la razionalità abbiano preso il sopravvento sulla paura. Ha raggiunto, così, la quinta piazza e la sua è stata la prima Yamaha che ha tagliato il traguardo. Chapeau!
FABIO QUARTARARO 5: El Diablo, il predestinato della MotoGp, l’uomo della riscossa Yamaha, il nuovo asso che piace e che spazza il “vecchio” (piuttosto direi che il vecchio di ben 27 anni si è fatto fuori da solo, altrimenti…) è autore di una prestazione a dir poco scialba. Anzi, deve ritenersi anche fortunato perché nella prima frazione di gara si è preso il piacere di una divagazione per ghiaia che, di fatto, lo ha escluso dalla competizione. Arriva in terra austriaca dopo essersi lamentato della gestione delle gomme a Brno da parte della Michelin (strano, però, che non si sia lamentato ad inizio stagione, quando le stesse Michelin gli hanno permesso di vincere. Le lamentele a senso unico sanno tanto di chiagnifottismo…) e chiude il primo round con il Dovi che lo agguanta nella lotta al titolo. Magari a fine anno il francese la spunterà su tutti, ma nel frattempo meno chiacchiere e più fatti. Un bel tacer non fu mai scritto!
INCIDENTE ZARCO-MORBIDELLI: Gli incidenti, a ben vedere, non sono mai frutto della mera fatalità. C’è sempre un mix di errori umani, di guasti tecnici e di stato dei luoghi che alla fine determina l’imprevisto. Zarco, a mio avviso, ha sbagliato nella valutazione del sorpasso ed è stato, così, portato fuori dalla traiettoria che aveva scelto di fare. Ha colpe? Per me tante, ma dire che lo ha fatto apposta…Suvvia! Nella fattispecie, credo che non dobbiamo soffermarci sull’incidente in sé per sé; dobbiamo guardare alla sicurezza del tracciato. Troppo spesso le moto gareggiano su circuiti ideati e sviluppati per la Formula 1. Va analizzato il perchè in quel punto è possibile che avvengano carambole pericolosissime per i piloti. Questo fine settimana il padreterno non ha voluto che piangessimo dei piloti. Le moto di Zarco e Morbidelli, diventate schegge impazzite, se avessero centrato Valentino e Maverick… lasciamo stare, ringraziamo Dio per quello che non è successo. Per domenica prossima occorre trovare una soluzione senza se e senza ma. A Morbidelli auguro di ritornare in pista sereno e con la solita grinta perché, a parer mio, ha tutto per poter salire sul gradino più alto del podio.
DUCATI: Il Dovi è solo l’ultimo esempio di come a Borgo Panigale nella gestione dei piloti non siano proprio il massimo. Una squadra per vincere abbisogna non solo di gallerie del vento ma anche di grinta, passione, dedizione, spirito di sacrificio, determinazione e forza di volontà, il tutto gestito in maniera umile. A buon intenditore, poche parole.
SUZUKI: Gagliarda!
KTM: In crescita ma per l’ultimo step occorrerebbe un pilota alla Dovi…
YAMAHA: Urgono un cambio di rotta.
HONDA: Senza il re è sparita dalle posizioni che contano.
APRILIA: Ritornata nell’anonimato.
Fonte foto: pagina Facebook MotoGp.
