La gara definita da molti, e forse a ragione, come la “corsa più pazza del mondo”, nonostante i consensi ottenuti nelle precedenti manifestazioni, sia da parte dei concorrenti che del folto pubblico, deve oggi accettare  la necessità di cambiare “location” espressa dagli organizzatori.
“La decisione di portare la gara nella Capitale – dichiara Umberto Silvestri, ideatore ed organizzatore della manifestazione – è dettata dalla volontà di diffonderne l’immagine in un contesto più ampio dove l’attenzione dei media e del pubblico potrà essere certamente superiore rispetto al passato. Non abbandoniamo Anguillara ed il suo territorio, scenario perfetto per la manifestazione dove gli amministratori locali ci hanno sempre sostenuto, ci torneremo in futuro, ma conquistare l’attenzione di tutti i romani è fondamentale per la crescita dell’evento.”
Nulla da eccepire da parte nostra, soprattutto perchè ci rendiamo conto che certe manifestazioni sono rese possibili dagli interventi degli sponsors per i quali evidentemente la Città eterna possiede richiami diversi di quelli della piccola Anguillara.
Conveniamo inoltre che per una “prova di sopravvivenza” gli argini del biondo Tevere e “frequenti incursioni all’esterno degli stessi”, aggiunti alla seria minaccia climatica rappresentata dalle “ottobrate romane”, siano una prova più dura di quella rappresentata dai sentieri dei boschi del nostro Parco; ci dispiace tuttavia, e non poco, avere la percezione di essere stati usati per fare apprendistato finalizzato a spostare altrove le esperienze ormai consolidate.
Nell’inviare un nostro sincero “in bocca al lupo” agli organizzatori, siamo certi che, ubicata ormai sul Lungotevere, proprio per le difficoltà intrinseche del circuito, non potrà che continuare ad essere chiamata “la corsa più pazza del mondo”.