Non scriverò la pagella sulla gara MotoGp del Mugello perché un giovane fiore è stato reciso.

Jason Dupasquier è morto a seguito dell’incidente di ieri durante le prove della Moto3. Lo svizzero aveva solo 19 anni e i traumi subiti gli sono stati fatali.

Tutti sappiamo che il motociclismo, nonostante i notevoli passi in avanti fatti negli ultimi anni, continua ad essere uno sport pericoloso. La morte, però, rimane sempre un qualcosa di inaccettabile e il suo dolore fa male, molto male.

Morte, dolore e rispetto che, a mio avviso, non hanno avuto il sopravvento sull’idea che lo spettacolo deve continuare.

Al Mugello, infatti, i padroni del vapore hanno deciso di far disputare le gare come se nulla fosse accaduto: “The show must go on!”.

Una decisione che non ho condiviso e che condanno fermamente

L’idea che lo spettacolo debba andare avanti, costi quel che costi, mi fa rabbrividire e la respingo. Se neanche la morte di un diciannovenne ha fatto mettere da parte le ostilità sportive nonché gli interessi economici degli sponsor e delle televisioni, vuol dire che lo sport che amiamo è uno sport malato.

Uno sport che rinnega i propri valori e che antepone il business alla vita; insomma una vera fetenzia.

Certo che lo show deve andare avanti, ma non si poteva farlo a partire dalla prossima gara, magari dopo una seria riflessione su quello che è successo e su come è possibile migliorare la sicurezza in pista?

I progressi compiuti negli ultimi anni, di fronte al notevole progresso in termini prestazionali delle moto, rischiano di essere insufficienti.

Leggete cosa ha affermato Miguel Oliveira

“La Moto3 è una categoria dove si sta andando troppo forte. Io lo so che è molto bello per lo spettacolo. Però diventa tutti giorni più difficile per i piloti non avere paura in pista: fare questa bagarre in gara e in prova diventa pericoloso…la scia fa tanta differenza e tutti provano a trovare un riferimento per andare più forte. Sono tutti insieme e tutti molto vicini e quando trovi una pista dove non vedi l’uscita di curva, come a Portimao o Mugello, se qualcuno cade diventa molto difficile non centrarlo in pieno…Oggi rispetto al 2019 abbiamo girato un secondo al giro più veloce, si sta andando forte. Si cerca di stare tutti in sicurezza ma è un discorso molto complesso di cui parlare. Dobbiamo trovare qualcosa di diverso, sennò non corriamo in moto”.

 Così Pecco Bagnaia

“Non volevo correre non è stato corretto farlo. Qualcuno ha deciso per noi e non riesco ad accettarlo, è stato irrispettoso”.

Il pensiero di Danilo Petrucci

“Mi sento sporco. Avremmo corso se fosse morto un pilota della MotoGp? Davanti alla tragedia non esistono piloti di categorie diverse ma ragazzi. Nessuno ci ha chiesto cosa volessimo fare, dentro al casco ci sono ragazzi che pensano, domani potrebbe accadere a loro”.

Sono anni che dico che queste moto (specie la MotoGp) devono essere limitate nella potenza. In Moto3 oggi si gira con gli stessi tempi che 15 anni fa si registravano nella top class; solo che illo tempore si arrivava ai massimi livelli dopo un adeguato apprendistato e non da imberbi.

Se non si interviene in merito, aumenterà sempre di più il rischio di avere altre tragedie.

Come detto il rischio ci sarà sempre; abbiamo, però, il dovere di ridurlo al lumicino.

Permettetemi, infine, una riflessione su “The show must go on”

Proprio parafrasando il brano stupendo dei Queen: “Le delusioni, il dolore non passano senza lasciare un solco: il dubbio che siano dovuti a nostri errori soprattutto quando queste vicende si presentano ancora e ancora uguali a se stesse porta a chiedersi se non siano lezioni da cui apprendere qualcosa”.

Ecco, se da un lato vanno rivisti i regolamenti nella logica di una minore pericolosità, occorre che il motociclismo si riappropri di quell’etica che vuole l’agonismo sano e corretto al servizio del risultato e non del mero business.

Lo sport è anche una sorta di palestra che prepara alla vita. Se si accetta la regola che la vita di un ragazzo/uomo vale meno del dio denaro, giocoforza avremo una società malata dove l’unico valore che conta è il denaro.

Intelligenti pauca.