Questo è un territorio che da sempre produce campioni sportivi e certamente non a caso.
La piscina di Bracciano gestita da Alberto Caspoli è uno degli esempi più calzanti di quanto avviene nell’educazione allo sport delle leve giovani e giovanissime.
Certo il momento che viviamo non è dei migliori per i ragazzi delle famiglie che vivono problemi di natura economica, eppure il centro acquatico di Bracciano sembra viaggiare in assoluta controtendenza rispetto ad altre associazioni sportive che stanno vivendo una situazione difficile per carenza di iscrizioni.
Per conoscere meglio il problema, ne abbiamo parlato proprio con Alberto Caspoli che ci ha illustrato la filosofia dell’Athena nei confronti soprattutto dei giovanissimi.
“Fortunatamente non abbiamo subito contrazioni nelle iscrizioni. Evidentemente siamo stati così attenti ai bisogni del mercato che siamo riusciti a soddisfare le diverse esigenze con due elementi sostanziali: la flessibilità e l’attenzione al servizio/prodotto. Abbiamo quindi personalizzato per le diverse fasce d’utenza le nostre tariffe e tenuto sotto strettissimo controllo tanto il confort quanto l’igiene del nostro impianto”.
Perché la piscina dell’Athena continua ad attirare così tanti frequentatori?
“Probabilmente proprio per le tantissime possibilità che offre a tutte le età. Noi accogliamo piccolissimi nel settore ‘baby nuoto’ che vanno dai sei mesi ai tre anni. I genitori partecipano attivamente alle fasi di iniziazione immergendosi con i piccoli. Al di sopra di questa età formiamo dei gruppi omogenei sia per età che per capacità di adattamento all’acqua”.
I primi ‘passi acquatici’ vedono quindi la presenza in vasca dei genitori?
“Le prime fasi di adattamento chiaramente prevedono di non interrompere il rapporto con il genitore e i nostri insegnanti lavorano quindi tanto con il piccolo che con l’adulto che contribuisce così attivamente a dare sicurezza al bambino che affronta un ambiente a lui del tutto sconosciuto. Vale la pena ricordare che non tutti i piccoli frequentano già l’asilo nido e quindi devono ancora apprendere a dividere gli spazi con i loro coetanei e soprattutto a condividerne i giochi”.
Che tipo di insegnamento riservate ai più grandini?
“Per la categoria successiva noi proponiamo la classica scuola di nuoto dove il gioco recita una parte importantissima al fine di stimolare i primi contatti con l’acqua senza esasperare in queste prime fasi la parte agonistica che sarebbe controproducente. I giovanissimi non necessariamente diventeranno tutti dei campioni. Noi preferiamo sollecitare la loro attività motoria funzionale ad una crescita armonica sia fisica che sociale”.
Esistono genitori invadenti con i quali vi trovate a confrontarvi?
“Non direi invadenti no, tuttavia capita di interloquire con alcuni di loro e ribadire insieme quale è stato il motivo all’origine della loro decisione di portare i figli in piscina. Se il motivo rimane ancora quello di far superare ai giovani la barriera costituita dall’acqua, sviluppare il senso dell’aggregazione come quello di un sano spirito sportivo, allora tutte le possibili incomprensioni tra istruttore e genitore vengono automaticamente a cadere. I nostri insegnati comunque non limitano il loro rapporto solo quello con l’allievo, ma consolidano anche quello con i genitori che non vediamo come gli autisti accompagnatori, bensì figure che fanno parte integrante del programma di sviluppo sportivo dei giovani frequentatori dell’Athena”.
Quale è il percorso che seguono i ragazzi per accedere alla fase agonistica?
“La nostra scuola costituisce il classico vivaio all’interno del quale alcune figure, mai di età inferiore agli otto anni, sono destinate ad emergere per una serie di parametri quali la tecnica, la fisicità, la predisposizione ad un lavoro leggermente più duro, la capacità di sacrificarsi. Evidentemente anche la disponibilità a frequentare il nostro Centro qualche volta in più proprio perché gli allenamenti del percorso agonistico lo richiedono. A questa età le gare sono inserite in un circuito di propaganda comunque propedeutico a gare di livello provinciale e in seguito regionale e nazionale”.
Macinare vasche su vasche in solitaria, alla lunga potrebbe annoiare i giovani nuotatori, specie quelli che più di altri tendono a fare gruppo. Alternative dell’Athena?
“Abbiamo un ottimo vivaio di pallanuoto, sia maschile che femminile, ne abbiamo più di cento. Tuttavia, proprio per restare fedeli ai nostri principi di insegnamento, abbiamo costituito una fase intermedia che è quella dell’acquagoal. Si tratta di un’attività che serve a perfezionare le tecniche delle diverse nuotate ed apprendere nel contempo i cosiddetti fondamentali della pallanuoto. Vengono quindi curati particolarmente i movimenti di galleggiamento verticale, gli spostamenti in acqua, i passaggi, i tiri. Si consolida la capacità di stare in acqua con sicurezza e nel frattempo si imparano le dinamiche di questo sport di squadra il cui aspetto ludico è tanto entusiasmante quanto motivante. Un vivaio così numeroso ci consente di avere squadre di pallanuoto sia maschili che femminili quali under 13, under 15 e under 17”.
Ma quello della pallanuoto all’Athena Club è un discorso molto più complesso e vale la pena di riparlarne presto.