Alfonso Castaldo, pilota del Team ACR, ha sfiorato il podio durante la prima gara del Trofeo Ducati Desmo Challenge nel circuito umbro di Magione. Niente di strano, se non fosse che il pilota in questione si sia misurato in uno dei trofei più competitivi d’Italia alla veneranda età di cinquanta anni; un “vecchietto” – come scherzosamente lo chiamano i più giovani compagni di pista – capace di lasciarsi dietro frotte e frotte di juniores agguerriti, concludendo la gara al quarto posto.

La domenica di gara è iniziata con le prime prove ufficiali e già dai primissimi passaggi si avverte uno strano rumore provenire dalla Ducati di Alfonso; si scoprirà a fine test trattarsi del piegamento della forchetta del cambio, difetto che affligge da sempre le ducati 1098 del 2008. Alfonso tiene duro e chiude con il quarto miglior tempo 1’14.00. Tutti nel paddok a prepararsi per il prossimo turno.
Passano un paio d’ore e si torna tutti in pista per il secondo turno. I meccanici non riescono a sistemare in tempo la moto e l’alfiere della ACR si vede costretto a scendere in pista con la seconda moto, quella meno preparata per intenderci. La differenza di feeling sul nuovo mezzo si fa sentire e Alfonso non riesce ad andare oltre il 6° piazzamento.

Quattro interminabili ore separano le ultime qualifiche dalla gara vera e propria, prevista per il pomeriggio della Domenica. La concentrazione è massima, sia per Alfonso che per i ragazzi della ACR. È il tempo dei consigli, delle ultime revisioni sulla moto e delle strategie di gara. Poi il silenzio, assoluto.
La gara sta per cominciare e i piloti si schierano con i rispettivi team in griglia di partenza.
Semaforo rosso, si alza il rombo desmodromico dei bicilindrici Ducati. Musica.

Si parte. Castaldo è lì, insieme ai primi. L’idea è quella di fare un giro “abbottonato”, studiare gli avversari e, solo allora, sferrare l’attacco. In vetta al gruppetto di testa c’è Luca Pini (ex campionato italiano), irraggiungibile in sella ad un SBK veramente ben preparata. Subito dietro, Alfonso scende in piega con determinazione crescente, cercando di guadagnar posizioni, ma Simone Conti e Marco Caspon sono sempre agganciati e non vogliono saperne di mollare un solo metro d’asfalto.
La gara continua su ritmi altissimi e – proprio quando la bagarre si fa più agguerrita che mai, con le moto ben artigliate alla pista di Magione – accade l’imprevedibile: la leva dei freni della 1098 di Alfonso Castaldo perde improvvisamente di sensibilità e per il centauro romano la situazione si complica irrimediabilmente.

È proprio qui che l’esperienza e la grinta del “veterano” si fanno sentire; Alfonso tiene la posizione e sfrutta i rettilinei per provare a regolare la corsa della leva del freno, mentre la sua moto sfreccia come un missile ad altissima velocità. Inutile sottolineare come la suspense nel box abbia raggiunto livelli esasperati. Da qui in poi la gara procede lineare, Alfonso riesce ad aggiustare in corsa la sua moto e conclude la gara in 4° posizione, a due decimi di secondo dal podio. Nel Paddock ACR la gioia è incontenibile.
Impossibile non pensare alle imprese – ormai leggenda – di Giancarlo Falappa, quando in sella alla sua 888  battagliava insieme a Roche e Polen nel campionato del Mondo SBK; o al “re” Carl Fogarty; o ancora, Troy Bayliss.

Dichiara Castaldo – È stata una gara come piace a me, difficile, combattuta. Il giorno dopo è maggiore la delusione di un secondo posto sfuggito, piuttosto che la gioia di un quarto piazzamento ottenuto combattendo con dei bei sorpassi. Ho ricevuto tanti complimenti da coloro che conoscono la mia età, ma ho apprezzato soprattutto quelli di Luca Pini, con cui ho condiviso il box, e del suo Team. Continua Castaldo – Vorrei ringraziare tutti i ragazzi del mio Team, in particolar modo Jarno Pollastri e Andrea Carlucci. Ci vediamo tutti a Misano per la prossima gara.

Ecco la meraviglia di questo sport, il motociclismo, dove la passione viene prima dei risultati, prima di ogni categoria. Uno sport dove la passione vince sempre. Anche se, ricordiamolo, si vince e gareggia solo ed esclusivamente in pista.

Andrea Savi

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