Così Max Biaggi sulla sua pagina Facebook:

Ciao ragazzi, oggi con voi voglio condividere il racconto di Fabrizio Cecchini, Capo Tecnico da molti anni nel Motomondiale, che ha vinto molti titoli e gare in tutte le categorie, sul mio esordio nel 1990 su una moto da Gran Premio.

Con l’occasione voglio ringraziarlo per le belle parole che mi ha rivolto. È un grande onore per me sentire un simile elogio, pronunciato da chi per molti anni ha lavorato duramente, per battermi in pista.

Voglio anche ricordare il mio amico Loris ed il nostro Rombo di Tuono, Doriano, che ci ha lasciato troppo presto.

Inoltre il mio pensiero più grande voglio rivolgerlo a Fausto Gresini, che in questo momento sta affrontando una delle sue gare più dure.

“Nel 1990, una settimana prima di disputare la finale del Campionato Italiano GP, grazie alla segnalazione di Carlo Florenzano di Honda Italia, ci recammo sul circuito di Misano Adriatico. Carlo era un ricercatore di talenti e ci disse che c’era un ragazzino di Roma molto veloce, che aveva vinto la Sport Production 125 cc con un’aprilia, che valeva la pena di valutare su una 125 GP.

Prendemmo appuntamento con il babbo di Max, Pietro, per le 10 di mattina all’Autodromo di Misano Adriatico. Io arrivai con il mio Ford Transit, con all’interno la Honda 125 GP, mentre Pietro e Max arrivarono con una Uno blu diesel. Era una giornata piuttosto fredda, per cui non trovammo molti piloti in pista. Non conoscevo Max, visto che lavoravo nel motomondiale e non avevo possibilità di seguire il campionato Sport Production. Dopo esserci conosciuti, feci salire Max sulla moto.

Max utilizzava il cambio stradale, per cui gli girai il cambio, preparai la miscela e gli scaldai la moto. Dopo aver indossato la sua tuta M Robert scese in pista. Non aveva mai utilizzato una moto da Gran Premio, nè le gomme slick, con cui era equipaggiata.

Prima di partire gli raccomandai di fare attenzione, visto che faceva freddo e gli dissi di percorrere 3-4 giri prima di rientrare ai box. Al suo rientro mi disse che la moto, quando prendeva in mano il gas, “bucava”! Avevo cercato di preparargli la moto in modo che fosse più semplice possibile, invece lui aveva già voglia di spingere! Gli cambiai lo spillo e lo feci rientrare per 3 giri, alla fine dei quali mi disse che la moto era perfetta! A causa del freddo preferii anche mettere una striscia di nastro americano sul radiatore, per evitare che la temperatura del motore scendesse troppo.

Max dopo aver percorso 8 giri rientrò, dicendomi che la moto gli piaceva moltissimo, per cui gli consigliai di cominciare a spingere. Dopo avergli rabboccato la miscela, lo rimandai in pista ed iniziai a prendergli i tempi. Aveva già percorso al massimo venti giri e, al quarto giro di quel turno, schiacciai il cronometro pensando: “No… È impossibile, mi sono sbagliato! “. Aveva girato 1”26.1 !!!

Con quel tempo sarebbe partito in seconda fila nel Mondiale!

Continuai a ripetermi di aver sbagliato. Sicuramente avevo schiacciato prima il cronometro. Quando al giro successivo fece segnare 1’26.3 esclamai:” Xuxxana! Questo ragazzo ha qualcosa di speciale! “

Max si fermò ai box e mi disse che a causa del freddo la moto scivolava un po’, per cui non era riuscito a spingere come avrebbe voluto!

Pensai che fosse tutto incredibile! Aveva già fatto segnare dei tempi pazzeschi, con quelle temperature. Infatti il Mondiale disputava la sua gara sul Misano Adriatico in Estate, quando le temperature erano decisamente più alte. Alla fine della giornata Max percorse in tutto 30-35 giri.

Appena rientrato a casa chiamai Carlo Florenzano e gli dissi che il ragazzino che ci aveva segnalato faceva paura! A quei tempi ero molto giovane ed ero allievo di Massimo Matteoni. Massimo mi voleva molto bene ed era il mio maestro dei motori 2 tempi. Dopo il test di Misano, gli telefonai e gli dissi che per la finale del Campionato Italiano 125 cc, che si sarebbe corsa sul circuito di Vallelunga, avremmo avuto un giovane pilota molto veloce. Quando gli raccontai ciò che avevo visto, ebbe qualche dubbio e mi disse: “ Ma valà, ti sarai sbagliato! Impossibile che abbia girato così forte!” Avremmo comunque avuto modo di verificare il tutto da li a pochi giorni, sul circuito alle porte della capitale.

A Vallelunga c’erano tutti i piloti che partecipavano al mondiale ed alcuni di loro si presentarono con moto ufficiali. Era come una gara del mondiale, visto che a quei tempi i piloti più forti del mondo erano italiani. C’era Fausto Gresini, due volte campione del Mondo della 125 cc, Loris Capirossi, che aveva appena vinto il suo primo mondiale, Doriano Romboni, che nel 1990 era arrivato quarto nel mondiale.

Dopo i primi due turni di prove, Matteoni mi guardo e mi disse: “Avevi ragione! Il ragazzo va davvero forte.”

In qualifica raggiungemmo la prima fila! Furono tutti stupiti, soprattutto gli altri piloti del Mondiale. In prima fila c’era Doriano Romboni, Fausto Gresini, Max Biaggi Loris Capirossi e Maurizio Vitali.

In gara, all’esordio di Max su una moto da GP, riuscimmo a raggiungere il podio, arrivando terzi! A Vallelunga, in mezzo a tanti piloti del mondiale, con una moto senza alcun Kit, arrivare sul podio fu davvero incredibile.

Max non aveva fatto alcuna gavetta nelle categorie minori, era salito sulla moto quando alcuni piloti avevano già vinto dei titoli mondiali, eppure grazie al suo puro talento, riuscii fin da subito ad andare molto forte. È la dimostrazione che se sei un vero talento, non importa a quale età inizi a correre, non importa quale strada percorrerai, sarai sicuramente un vincente.

Credo che a Max, grazie al suo talento, gli sia venuto tutto facile!

Sinceramente di piloti che, all’esordio in pista, sono riusciti ad ottenere simili prestazioni, ne ho conosciuti davvero pochi.

Non fu difficile capire che Max fosse un talento puro. Oggi, se non hai esperienza, si fa più fatica a valutare un talento. L’allenamento intenso, in pista e fuori, a cui si sottopongono i piloti, spesso gli permette di vincere anche un titolo mondiale, ma poi non riescono a ripetere dei risultati simili. Un vero talento arriva velocemente ai risultati e si conferma un vincente per molti anni.

Max negli anni di corse ha poi dimostrato a tutto il Mondo il suo valore.

Non ho avuto la possibilità di lavorare con Max, ma posso essere orgoglioso di averlo portato per la prima volta su una moto da Gran Premio.”

Fabrizio Cecchini – Capo Tecnico pluridecorato del Motomondiale.